02 marzo 2013

Dissidenti a Cuba: ancora su Yoani...

Ancora un articolo per chiarire la figura controversa della Yoani international, tanto acclamata e "indipendente" blogger paladina della libertà per Cuba. Vincenzo Basile autore di Capitulo Cubano approfondisce il suo ruolo e la sua figura che sembra essere non troppo indipendente. Qual'è il suo vero ruolo nella dissidenza cubana? Quanto è "indipendente" la sua posizione politica? Quali sono i suoi reali obiettivi? Quali sono i suoi legami economici e politici con gli USA? 

In Brasile, Yoani Sánchez è stata accusata di essere 'mercenaria' e 'agente della CIA': cosa c'è di vero in tutto ciò?
di Vncenzo Basile da Capitulo Cubano

Yoani contestata in Brasile
Una semplice ricerca in internet sui primi giorni del giro internazionale della blogger cubana Yoani Sánchez ci offre decine di migliaia di pubblicazioni E, dato che dovrà visitare ancora altri dieci paesi in 80 giorni è da supporre che questa incredibile copertura informativa continui o sia incrementata nel tempo. 

Nel primo paese, il Brasile si scagliavano proteste contro di lei da parte di organizzazioni del Movimento di Solidarietà con Cuba, che erano screditati dalla protagonista come "gruppi di estremisti" nell'ambito di una "strategia terrorista". "Alcuni giorni prima, Sanchez ha applaudito le proteste contro di lei affermando che sono un segnale della libertà di espressione, ma ora ha cambiato opinione, adesso dice che sono atti di origine terrorista, orchestrati contro di lei dal governo comunista di Cuba". Queste persone portavano cartelloni con accuse dirette contro la blogger: essere una mercenaria e collaborare con grandi poteri mediatici e politici, finanche con la CIA. Ma, cosa c'è di vero in tutto ciò? 

Per quanto riguarda la prima accusa, agire per denaro, daremo alcuni dati. Dal 2008, in appena 5 anni, la blogger ha ricevuto più di 30 premi da parte di grandi gruppi mediatici e fondazioni politiche,grazie ai quali ha guadagnato -solo in questo ambito- una somma prossima ai 400.000 dollari. Sono stati premi del Gruppo Prisa, del Forum Economico Mondiale, del Consejo por la Libertad de Cuba di Miami o dello stesso Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Inoltre, sono varie le grandi imprese di comunicazione che remunerano Sanchez per le sue collaborazioni. Citiamone solo tre: Radio Nacional de España il quotidiano El País che, secondo alcune fondi, le accredita circa 2.000 dollari al mese, e la Società Interamericana della Stampa (SIP) che le fornisce 6.000 dollari al mese. 

Con queste altissime remunerazioni, sulle quali non paga alcuna imposta, sembra assurdo che nel suo blog affermi di soffrire ristrettezze economiche –addirittura alimentari- a Cuba o che abbia organizzato una colletta su Internet per finanziare i suoi viaggi. Per quanto riguarda la seconda accusa, agire nell'interesse di grandi poteri, daremo alcuni dati. Yoani Sánchez ha stretti contatti con la Sezione di Interessi degli Stati Uniti a L'Avana, la SINA, che ha visitato in numerose occasioni. 
Fotografie, video e documenti rivelati da Wikileaks mostrano incontri con diplomatici statunitensi, come il proprio Capo della SINA Michael Palmry, o la sottosegretaria di Stato Bisa Williams. Anche con diplomatici di vari paesi europei, alleati degli USA e difensori della linea sanzionatoria contro Cuba, come Polonia e Svezia. Nel 2011, un documento pubblicato da Wikileaks dimostrava che la sua intervista al presidente Barack Obama, che provocò un fortissimo sostegno mediatico al suo blog, in realtà non fu realizzata a Obama, ma fabbricata da funzionari degli USA a L'Avana. 

Ancora, il suo blog è esente dall'applicazione delle leggi del blocco contro Cuba. Ad esempio, mantiene attivo il servizio PayPal per ricevere donazioni, inaccessibile a persone o imprese cubane. Ma è un altro il potere che offre aperta protezione, promozione e finanziamento diretto alla blogger: il potere mediatico. Oltre a collaborare per alcuni grandi media, Yoani Sánchez è, dalla fine del 2012, vicepresidente regionale per Cuba della SIP, Società Interamericana della Stampa, un cartello che riunisce 1300 mezzi di comunicazione del continente, e che oggi rappresenta il principale fattore di opposizione politica ai governi di sinistra in America Latina. La storia della SIP, degli ultimi 70 anni, è caratterizzata dal sostegno alle dittature e ai colpi di stato nel continente. Non deve quindi sorprendere che, con simili sostenitori, il suo blog Generacion Y goda di una certa popolarità. 

Però ci sono fattori che suggeriscono che questo blog –lontano dall'essere un'iniziativa individuale indipendente- è in realtà una grande operazione internazionale con un ampio gruppo tecnico di sostegno.Ad esempio: è tradotto in 18 lingue, caratteristica di cui non dispone nemmeno il sito delle Nazioni Unite; si appoggia su un server tedesco, la cui larghezza di banda è 60 volte più potente di quella di tutta Cuba; e almeno 50.000 dei suoi followers in twitter sono, in realtà, accounts fantasmi o inattivi, il che fa pensare all'esistenza di una strategia di “ciberacarreo” o popolarità fittizia, un servizio specializzato la cui contrattazione possono permettersi davvero in pochi. 

Dietro tutto ciò, molti analisti vedono la costruzione -da parte di importanti centri di potere- di un personaggio oppositore con caratteristiche attrattive per la gioventù cubana e per le persone con idee progressiste: una donna giovane, utente delle reti sociali e politicamente indipendente, che attraverso i suoi racconti porta alla luce le limitazioni e le frustrazioni della popolazione di Cuba. Yoani Sánchez e i media che la sostengono insistono ripetutamente su un messaggio centrale: la censura che il governo cubano ha posto contro internet. 

Tuttavia, nascondono alcuni elementi: uno, che il suo blog non è oscurato a Cuba; due, che la cattiva connettività a Cuba è prodotto del blocco degli USA; tre, che numerosi siti web cubani sono stati chiusi dietro ordine del Dipartimento del Tesoro degli USA, e altri censurati da imprese come YouTube o Google; e quattro, che gli internauti cubani non hanno accesso a pagine e servizi degli Stati Uniti, poiché vivono in un paese "proibito" dalle leggi statunitensi. Così lo spiegava lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano durante una recente intervista a L'Avana: “Una delle forme del blocco è il blocco delle comunicazioni, che rare volte si menziona, ma che è molto importante. Tentando eroicamente di connettermi a Internet dall'hotel in cui alloggio, ho trovato questo messaggino che dice ‘You want to enter from a forbidden country’, ‘Stai tentando di accedere da un paese proibito’ ”. 

Nei primi giorni del suo tour, i media hanno tentato di presentare una faccia amabile e indipendente della blogger Yoani Sánchez, vittima ora non solo del Governo cubano, ma anche sei suoi simpatizzanti in Brasile. Ed hanno tralasciato, ad esempio, un aspetto rilevante come il sostegno esplicito della blogger alla politica di ingerenza e di estorsione del governo USA contro il suo stesso paese: "per ristabilire relazioni con gli Stati Uniti, c'è una serie di requisiti essenziali che Cuba deve rispettare", dichiarava. 

Ma il viaggio di Yoani Sánchez attraverso più di dieci paesi è appena iniziato e darà sicuramente spunti per numerose analisi. “Ho pensato, 'mi sento orgoglioso di essere quasi compatriota degli abitanti di questo paese proibito, visto che la questione è chiedersi, 'proibito da chi?', 'proibito perchè?'. Forse proibito perchè nonostante tutte le sue contraddizioni e difficoltà continua ad essere un esempio di dignità nazionale per altri paesi, spesso disprezzati, poveri, piccoli, che non hanno diritto al patriottismo dato che il patriottismo è il privilegio dei paesi padroni, dei ricchi, dei potenti, che sono coloro che giudicano gli altri e dettano sentenze. Proibito anche per il pericoloso esempio di solidarietà che Cuba è stata e continua ad essere capace di praticare, nonostante le sue difficilissime condizioni di vita”. Eduardo Galeano


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