18 dicembre 2012

Cambio a Cuba: la blogosfera rivoluzionaria

Sono sempre più presenti in rete, sono critici ma restano solidali agli ideali della rivoluzione. Sono giovani, laureati e consapevoli della necessità di cambiare molte cose. Alcuni sono censurati dai burocrati del governo e tacciati come “controrivoluzionari”. Non hanno gli stessi mezzi economici dei “dissidenti stipendiati” dagli USA. Pubblicano con mille difficoltà dagli atenei universitari, rischiando di essere “cancellati” da un giorno all’altro. Sono i “blogger rivoluzionari”, la vera matrice attiva capace di cambiare quello che a Cuba non funziona, di modellare un nuovo socialismo sostenibile e costruttivo, di rendere Cuba un'alternativa concreta all’imperante influenza occidentale che aspetta sull’uscio che la vergine terra cubana possa essere conquistata a suon di Mc Donald e Coca Cola. 

I blogger di cui parlo si chiamano La Joven Cuba, Cubano 1er Plano, Esquinas. Altri hanno “chiuso” per pressioni o per censura, per scelta o per costrizione. Ma sono questi giovani autori la vera ninfa vitale per la rinascita di un modello rivoluzionario che possa dar vita ad una futura società lontana dalla decadente realtà occidentale e capace di originare un nuovo sistema sociale che sappia estrapolare quello che di positivo la rivoluzione ha significato e continua a manifestare, ma che possa cambiare quello che gli errori di “rivoluzionari” ottusi e gerontocrati continuano a difendere e sostenere accecati dalla loro saccente visione perdente di stantii ideali ammuffiti. 

Come scrive Alejandro Ulloa Carcia autore del blog Esquinas in un illuminante post: 
“Le grida si sentono sempre più alte e mi piacerebbe credere che non siano grida di ‘condannati’. Queste grida si innalzano tutte insieme come nuvole di fuoco, ma la pioggia è potente, ha la licenza, capisce poco di ragioni e può spazzare quello che si alza come nube di fuoco, ha giù iniziato a spazzare segretamente. 
Le grida dicono Cuba, e Rivoluzione, e critica, e legge di stampa, e contro la corruzione, e per l’economia, e per la verità, e no alla censura, e non mi azzittisco, e se vuoi non lo pubblicare ma non lo ‘aggiusto’, e se mi fermi il blog il grido sarà più alto, e perché non c’è una spiegazione del cavo del Venezuela, e come i corrotti si appropriano delle tasse per migliaia di dollari, e perché non vengono processati pubblicamente, e che il popolo sappia perché se non sa non difenderà, e al suo lato, Presidente, non davanti o dietro, al suo lato…” 

Ancora come si legge su La Joven Cuba, blog già sottoposto a feroci critiche dagli zelanti “burocrati di regime”, accusato di sovversione, diffamato e liquidato come “un gruppuscolo di dissidenti dei Diritti Umani”: 
“Negli ultimi mesi ci sono stati vari esempi che dimostrano quanto cammino dobbiamo ancora percorrere, quanta incomprensione e ignoranza del nostro lavoro esiste, quanto siamo vulnerabili […] perché in un paese nel quale non esiste una legge che regoli in forma chiara e senza ambiguità l’uso di internet siamo soggetti alla supervisione e alla soggettività di un funzionario qualsiasi. […] Il maggior problema non è che la controrivoluzione si sta perfezionando con un passo più veloce del nostro. I mercenari hanno imparato a lavorare con internet, cercando la facciata innovativa per trasmettere empatia, cambiando i loro messaggi per altri più attrattivi, che li possano rappresentare come se fossero loro i veri rivoluzionari che si contrappongono all’egemonico potere dello Stato, dimenticando qual’è la vera egemonia nel mondo, incrementando un’immagine per sviare l’attenzione dal messaggio che è carente di idee solide e di un progetto concreto, ma attenzione questa strategia si è sviluppata in altre nazioni in passato ed ha funzionato." 

La vera lotta per un cambio a Cuba non viene dai blogger dissidenti, sterili, vuoti e senza alcun piano veramente innovativo. Non viene dall’opposizione tradizionale interna, minoritaria e poco influente sulla popolazione. Tantomeno può venire dai milioni di dollari che gli USA, ma non solo, devolgono alla causa dei controrivoluzionari. 
Il vero cambio propositivo e riformista per un socialismo nuovo e sostenibile viene da quei giovani coscienti delle verità intrinseche della rivoluzione che lottano per una riforma politica ed economica della rivoluzione stessa, affinché non venga fagocitata dai mostri imperialisti, ma perché possa rifiorire in un nuovo disegno socio-politico per un futuro prospero e innovativo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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