11 ottobre 2012

Dissidenti a Cuba: il processo a Carromero "pulito e impeccabile"

Carromero all'arrivo in tribunale
Il console spagnolo a Cuba, Tomas Rodriguez, ha descritto il processo contro il suo compatriota Angel Carromero come ”pulito, aperto e impeccabile”, assicurando che l’accusato è stato trattato bene e la difesa ha fatto un buon lavoro.
Quando noi giornalisti stranieri abbiamo sentito questa sintesi, abbiamo tirato un sospiro di sollievo perché se fossimo stati noi a rilasciare tale dichiarazione saremmo stati accusati di essere pro-castristi. Al contrario Rodriguez rappresenta un governo di destra politicamente in contrasto con l’Havana.

Di sicuro nell’aula l’accusato era accompagnato dal console del suo paese e da un avvocato inviato dalla Spagna dai suoi famigliari per affiancare la legale cubana che, come ha affermato il console, ha affrontato il caso con molta abilità.
In una sala adiacente eravamo raggruppati noi giornalisti. Non abbiamo potuto portare computer, registratori, camera o telefoni ma in cambio abbiamo potuto seguire tutto il processo da un monitor in diretta, mentre i nostri colleghi grafici cercavano di cogliere le immagini dalla porta del tribunale.

La pubblica accusa si è impegnata nel dimostrare che l’incidente fu di totale responsabilità di Carromero dovuto alla sua temerarietà, imprudenza e cattiva guida. Si è servita di molti periti, incluso un biologo che ha determinato la solidità dell’albero contro il quale impattò l’auto.
Con l’evidente fine di commuovere l’aula, un medico forense ha mostrato le foto dello stato nel quale si trovava Oswaldo Payà dopo l’incidente: il cranio diviso in 5 parti, quasi decapitato, il cuore spostato e i reni spappolati.

L’avvocato difensore si è concentrata sul cattivo stato della strada, la posizione dei segnali stradali e la veridicità dei periti. Nella sala stampa si sentivano respiri impazienti ogni volta che interrogava i periti su questo punto.
Alla fine ha mostrato tutte le sue carte quando ha potuto controbattere alcuni periti, sollevando il dubbio che le cose sarebbero potuto andare diversamente, puntando il dito sulle cattive segnalazioni stradali come responsabili della tragedia.

Non so quale effetto abbia avuto sui giudici, ma a noi giornalisti suscitò dei dubbi e capimmo che questa era la sua strategia sin dal principio. Mi sono segnato il suo nome, se un giorno avrò bisogno di un avvocato a Cuba mi piacerebbe se fosse lei.
Alla fine ha chiesto l’assoluzione per il assistito, ma fin dall’inizio ha menzionato la possibilità di un riduzione delle richieste del pubblico ministero a 7 anni di reclusione, domandando la concessione degli arresti domiciliari nell’abitazione del console spagnolo all’Havana.

Il giorno successivo la vedova di Payà ha rilasciato delle dichiarazioni alla stampa estera nel luogo dell’incidente insinuando la tesi del complotto per  l’assassinio di suo marito. Abbracciata all’albero ha dichiarato “non so se un giorno si saprà esattamente la verità delle cose”.
Inizialmente l’opposizione e la famiglia appoggiarono la teoria che l’automobile fu spinta fuori strada da un altro veicolo. Ma lo stesso Carromero lo ha smentito assicurando che nel momento del sinistro vi era solo un trattore distante 200 metri che procedeva in senso contrario.

La pubblica accusa non ha utilizzato la confessione di Carromero e Modig nella quale riconoscevano di essere andati a Cuba per devolvere del denaro con lo scopo di sovvenzionare la dissidenza per la creazione di gruppi giovanili d’opposizione.

di Fernando Ravsberg tratto da Cartas Desde Cuba

1 commento:

Anonimo ha detto...

il console sta facendo il suo lavoro, protegge un cittadino spagnolo in mano alla polizia di un paese totalitario.
La verità sarà credibile quando Carromero sarà in Spagna.
Non prima.