18 settembre 2012

Riflessioni su Cuba: le sfide della stampa cubana


Tutto sembra indicare che a Cuba oggi esistono due fonti d’informazione, una è quella che si pretende che si legga, l’altra che, nonostante copra soltanto il 10% della popolazione, viene poi divulgata da “radio bemba” (passa parola). Oggi esistono internet  e e-mail, che divulgano notizie che la stampa ufficiale non osa pubblicare.

La prima, la stampa scritta, è diffusa tramite due quotidiani nazionali, molte volte non fanno altro che duplicare le notizie. Giornali che il cittadino compra sperando di trovare informazioni sui problemi reali  dei quali si parla sulla strada: la corruzione, il cavo a fibra ottica, l’agricoltura, l’aumento dei prezzi, la regolazione migratoria, la legge tributaria, le nuove leggi doganali, etc.

Si tratta di una stampa che non sembra cubana. Troppo criptica, schematica, insipida. Non ha nulla dell’idiosincrasia dei cubani che sorridono anche delle proprie disgrazie, una stampa che sforzandosi di cercare sempre il negativo degli USA, mette a volte in primo piano notizie che nel ‘USA Today’ non apparirebbero nemmeno nella decima pagina.


La popolazione li compra per inerzia o perché non ne esistono altri. Si dovrebbe invece esigere una stampa al passo con i tempi, efficace per la critica, il perfezionamento economico e il cambio di mentalità. 
La stampa odierna è destinata a essere perdente per le seguenti ragioni:
-La popolazione si stancherà di leggere notizie che non riflettono la realtà che si vive.
-La separazione tra quello che si pubblica e la realtà genera sfiducia. Il cittadino cerca alternative per informarsi.
-Si genera una mentalità alla ricerca di notizie dal di fuori invece che riceverle dall’interno.
-Il cittadino è più soggetto ad eventuali manipolazioni e distorsioni delle informazioni.

Per cambiare direzione la stampa cubana deve rinnovare in tutti i suoi livelli il modo di diffondere le informazioni:
-Deve essere più realistica, democratica, aperta, eliminare definitivamente la segretezza, l’autocensura, il vecchio discorso dogmatico e apologetico.
-Deve dare spazio agli intellettuali, riflettendo i loro discorsi più realisti, aperti e intelligenti, riconoscendo le reali deficienze che esistono.
Se questo cambio non avviene esisterà sempre una divisione per la sfiducia, il dogmatismo, l’apologia e l’elitarismo di alcuni che adottano, dalla loro posizione di potere, l’attitudine del difensore “puro”, e che considerano gli altri semplicemente dei “liberali” che vogliono regalare il discorso della difesa della rivoluzione ai nemici.

1 commento:

Anonimo ha detto...

la stampa cubana è una stampa classica da regime autoritario. proporre un cambio della stampa è paradossale, occorre democrazia... e la stampa si adeguerà allo scenario mutato.