14 marzo 2011

Riflessioni su Cuba: diffondere internet è un beneficio anche per il Governo cubano

Senza dubbio Washington sta organizzando da tempo una cospirazione contro Cuba nel cyberspazio. Le prove sono i cospicui finanziamenti ai dissidenti interni per gestire blog e siti dall'isola e il tentativo di importare nell'isola equipaggiamenti per la ricezione di segnali radio-televisivi dagli USA.
La riposta di Cuba però non può essere quella di chiudere le porte cercando di bloccare o impedire l'accesso a internet al popolo cubano.

La paura da parte del governo dell'isola è dovuto soprattutto alla poca conoscienza della rete, che lo porta a voler mantenere in una campana di vetro il popolo cubano, impedendo però in questo modo a qualsiasi cubano di potersi connettere ed esprimere così un'opinione personale, che non sia solo quella, a volte decisamente pro-americana, di alcuni blog dissidenti dell'isola.

Il pericolo maggiore per il Governo è quello di "minare i ponti", in questo caso internet, per difendersi dal nemico. Impedire la "contaminazione ideologica" dagli USA non si ottiene restringendo ulteriormente le libertà e le comunicazioni isolando così ancor di più il popolo cubano dal resto del mondo.

Se fino ad oggi l'accesso ad internet era molto costoso e lento a causa della mancanza di una connesione a fibra ottica, da Luglio del 2011 la nuova linea dal Venezuela permetterà una velocità 3000 maggiore di quella odierna ed un costo più accessibile. E' questa un'occasione per divulgare maggiormente l'utilizzo di internet anche a chi, senza aiuti economici dall'estero come quelli dei quali beneficiano alcuni cyber-dissidenti, vuole semplicemente potersi connettere ed esprimere una libera opinione, non necessariamente contro-rivoluzionaria.

Un esempio di come la linea dura non funziona, è la guerra contro le antenne paraboliche che il Governo sta sostenendo da tempo e che non dà alcun risultato, sia perchè è molto costoso cercare di controllare e reprimere chi ne fa uso, sia perchè si lascia spazio a quelle televisioni anti-castriste di Miami che offrono una visione altrettanto propagandistica della realtà globale.

In una occasione il ministro della cultura cubano, Abel Prieto, ha affermato che arriverà il giorno nel quale sarà impossibile impedire la ricezione di un segnale satellitare, quindi la migliore azione è quella di insegnare alla gente ad analizzare le informazioni che si ricevono, piuttosto che censurarle.

Se la rivoluzione ha "ragioni" da esprimere, la rete è un luogo indispensabile e l'accesso massivo ai cittadini la convertirebbe in un veicolo eccezionale per la divulgazione di idee, inoltre può essere così economico che diventerebbe una misura quasi "democratica".

La maggior debolezza del Governo cubano non è data dal fatto che gli anti-castristi e i cyber-dissidenti abbiamo molto spazio sulla rete, ma dalla scarsa presenza in rete dei cubani comuni residenti sull'isola.

Coloro che non sono all'altezza della sfida dovrebbero cedere il passo perchè quello che è certo è che evitare il dibattito non dà mai buoni risultati. Per dirlo con una metafora: bisogna salire sul ring e lottare oppure continuare a perdere perchè non ci si presenta.

fonte BBC Mundo

1 commento:

nino ha detto...

e' vero, bob.
Il problema, però, è costituito da una classe dirigente cubana, che è legata ad una mentalità stalinista, per la quale si possono introdurre riforme in campo economico, ma non lo si può fare introducendo pluralità in internet, nei giornali o nelle televisioni.
Credo che sarà difficile alla lunga impedire che i cubani maneggino internet, ma si cercherà comunque di tenere schermati quei blog che sono considerati ostili.